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    Carnevale di Arlecchino

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“Non possiamo sapere cosa ci potrà accadere nello strano intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve accadere dentro di noi, come possiamo affrontare le cose, e quale decisione prendere, e in fin dei conti è ciò che veramente conta.”

J. F. Newton

Amo il mio lavoro, profondamente. È difficile, faticoso, doloroso, come spesso può essere il rapportarsi con gli altri. Soprattutto con gli altri quando vivono situazioni di sofferenza. Ma è ugualmente sorprendente ed appagante, pieno di emozioni e di momenti in cui mi sento privilegiata perché posso assistere al trasformarsi della sofferenza in fiducia, e della fiducia in cambiamento.

Affrontare un problema, di qualunque natura esso sia, pone spesso un dilemma: posso cambiare le cose che mi fanno soffrire o devo rassegnarmi che restino così?

Quello in cui credo è che la chiave per uscire dalla sofferenza sia innanzitutto comprendere cosa la causa, cosa ci tiene ostaggio del dolore e della difficoltà a vivere diversamente, e poi imparare ad identificare cosa possiamo modificare e cosa invece dobbiamo riuscire ad accettare di ciò che accade dentro e fuori di noi.

Imparare a far dialogare dentro di noi queste due esigenze, cambiamento ed accettazione, entrambe necessarie al nostro benessere, significa provare a modificare ciò che è in nostro potere cambiare e ad accettare ciò che non lo è. Entrambe ci chiedono di rinunciare a qualcosa, di fare un passo verso qualcosa di diverso, di smettere di restare caparbiamente attaccati ad una determinata visione di noi stessi e delle cose. La sofferenza spesso è causata proprio dalla resistenza che opponiamo di fronte alla necessità di cambiare qualcosa, oppure dalla difficoltà a prendere consapevolezza che alcune cose non possono essere come noi le vorremmo.

Trovare l’equilibrio, e con esso la sensazione di padroneggiare ciò che ci accade, è un bilanciamento continuo tra l’andare verso un nuovo modo di essere e di pensare (cambiare) e l’accogliere senza resistenze uno stato di cose che non possiamo modificare (accettare). Tutto questo non avviene in un attimo o solo perchè desideriamo che succeda: occorre trovare un metodo e delle strategie funzionali che inizialmente ci guidino verso il benessere e la salute psicologica e che successivamente ci consentano di mantenerle nel tempo.

Ho scelto questo lavoro perché credo che ciò possa accadere, che decidere di stare bene e di avere una vita degna di essere vissuta sia un atto che chiunque possa compiere e provare a realizzare. È un percorso che si fa insieme, uno accanto all’altro, verso un obiettivo condiviso. Non ci saranno consigli, ricette magiche o prescrizioni. Ogni percorso è diverso, ogni persona è un universo.

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